Lo guardavo sempre ogni volta, dopo la scuola, mi dirigevo
al campo da calcio al campo da calcio per vederlo giocare. Trovavo che fosse
più bello quando si impegnava, il suo sguardo mi provocava sempre un forte
batticuore.
Sono Sara Castiglione, ho 13 anni e penso di essermi
innamorata di Matteo Trezza. L’unico che lo sa è il mio migliore amico Andrea
Bastiglia. Ricordo ancora la prima volta che gliel’ ho dissi, lui si mise a
ridere, credeva che stessi scherzando, ma quando ha capito che ero seria, ha
fatto una strana faccia e mi ha detto: << Non ti consiglio di innamorarti
proprio di lui >>.
Allora credevo che fosse solo geloso…
Un giorno però, dopo la scuola, ero andata a vedere, come
sempre, Matteo giocare. A fine partita mi accorgo che Matteo non ha il suo
asciugamano e allora io, visto che mi porto sempre un asciugamano in più (non
si sa mai), andai da lui e, emozionatissima, glielo diedi, poi mi ringraziò con
un sorriso. Ero felicissima, il suo sorriso mi aveva fatto venire il batticuore
e in tutto il tragitto per tornare a casa non riuscivo a smettere di sorridere.
Era ancora presto, allora decisi di farmi un giro tra i
negozi del centro…
Sentii improvvisamente la voce di Matteo da dietro un
vicolo, mi avvicinai, guardai dietro il muro e li vidi tutti lì, tutta la sua
squadra di calcio. Rimasi lì dietro ad origliare per un po’ e le cose che
sentii mi scioccarono, non volevo credere alle parole che avevo sentito.
<< Sapete credo proprio di avere un’altra ragazzina ai miei
piedi, quella Sara, prima aspetterò la sua dichiarazione, la accetterò e quando
mi sarò stancato, la lascerò da sola in mezzo alla strada. Il momento più
bello però sarà quando la vedrò lì piangente, poverina ahahah >>
Le sue parole erano così
taglienti, corsi via, lontano.
In quel momento avrei
desiderato vedere Andrea, volevo che mi coccolasse, che mi stesse vicino, non
so il perché ma desideravo vederlo. È sempre stato così, ogni volta che mi
succedeva qualcosa di brutto lui arrivava a consolarmi. Mi sedetti sotto il
ponte vicino al parco giochi in cui noi due giocavamo da piccoli, mi
rannicchiai e piansi. Poi ad un certo punto sentii una mano affettuosa che mi
accarezzava la testa, era lui. Ero così felice, ma non capivo il perché. Solo
quando lo guardai in faccia capii, il suo sorriso, quello sguardo mi faceva
battere troppo il cuore.
Smisi di piangere, mi alzai
sorridendo e gli sussurrai: << Mi piaci >>. Lui chiuse gli occhi e
mi baciò sulla guancia, e così ritornammo a casa insieme tenendoci per mano.
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